La tecnologia avanzata alla base del futuro della guida autonoma

Fonte: Nissan Europe

 

Yokohama, Giappone. 30 Novembre 2016. I progressi e le nuove funzioni introdotte dalla guida autonoma nel campo della mobilità portano con sé anche importanti quesiti. Ad esempio, come faranno gli automobilisti a fidarsi della propria vettura a guida autonoma? Come faranno le auto a comunicare con i guidatori e ad avvisarli della presenza di altri veicoli sulla strada? E quali azioni compiranno i veicoli dopo aver individuato oggetti, cartelli stradali e altre segnaletiche, quali le linee di separazione delle corsie?

Come ha avuto modo di sottolineare Tetsuya Iijima di Nissan nel nostro più recente articolo pubblicato su Medium, l’accettazione sociale è fondamentale per il futuro della guida autonoma.

Per rispondere a queste e altre domande, Takashi Sunda, Vice General Manager della divisione Autonomous Drive Technology Development di Nissan, ha lavorato con il suo team di ingegneri allo sviluppo del sistema che permette la comunicazione tra guidatore e veicolo.

In un contesto di dispositivi personali presenti ovunque, ognuno di noi interagisce già con questo tipo di tecnologia decine di volte al giorno,  attraverso il touchscreen dello smartphone, il computer e persino la macchina per il caffè che abbiamo a casa.

Inoltre si tratta di una tecnologia chiave già presente anche a bordo delle nostre auto, dove svolge un ruolo cruciale nel quadro strumenti, nel touchscreen del navigatore e nei sistemi di assistenza al parcheggio.

Il team di Sunda sta lavorando a una vasta gamma di nuove tecnologie con l’obiettivo di migliorare la comunicazione e conquistare la fiducia di chi siede al volante senza trascurare le numerose differenze tra i guidatori, come età, sesso, esperienza, ambiente, cultura e i diversi codici della strada vigenti nei vari paesi.

“Ovunque si vada si guida in modo diverso. In Francia, capita spesso che i motociclisti attraversino l’autostrada, mentre negli Stati Uniti e in Gran Bretagna il lato di guida è opposto”, spiega Sunda.

“Sono tanti i fattori da considerare, sia a livello personale sia dal punto di vista culturale. La guida è molto soggettiva e unica. Per questo motivo è fondamentale raccogliere il maggior numero possibile di punti di vista” prosegue.

“Capire e considerare le differenze è ciò che conta di più. Ma a volte non è facile individuarle subito, quindi la domanda è: come compiere quel passo universale che permetta di instaurare fiducia?”

Trovare il giusto equilibrio

Per Sunda, il segreto è la trasparenza.

Ma così come progredisce la tecnologia di guida autonoma, lo stesso deve fare l’interfaccia tra i guidatori e le proprie vetture.

Una volta che i veicoli cominciano a raccogliere più informazioni a supporto delle nuove funzionalità di guida autonoma, i sistemi devono essere in grado di riconoscere e reagire alle situazioni più disparate.

Ma non solo: la tecnologia deve anche sapere restituire rapidamente al guidatore tutte le informazioni in maniera facilmente comprensibile.

“Noi vogliamo che l’uso della guida autonoma metta a proprio agio i clienti, anche quelli che si cimentano per la prima volta”, dice Sunda. “Deve rimanere tutto molto semplice.”

L’automobilista deve sapere quali informazioni l’auto sta raccogliendo e soprattutto  cosa farà il veicolo con quei dati per garantire sicurezza e comfort.

Immaginiamo una situazione in cui stiamo cambiando corsia e improvvisamente veniamo avvicinati da un’altra auto che viaggia nella corsia accanto: come farà il nostro veicolo a trasmettere velocemente le informazioni sull’auto in avvicinamento e in che modo interverrà?

Oppure, pensiamo a una strada di città e a un pedone che all’improvviso scende dal marciapiede e comincia ad attraversare: cosa ci deve dire la nostra auto? In questi scenari, è necessario dare informazioni all’utente, in modo semplice, tempestivo e chiaro.

“Si tratta di trovare il delicato equilibrio tra quante informazioni controllare e quante condividerne”, prosegue Sunda.

Ovviamente, la guida autonoma è destinata a modificare il rapporto tra guidatore e veicolo, ma questa è una di quelle sfide che Sunda ama affrontare.

Prima di entrare in Nissan, 16 anni fa, ha lavorato allo sviluppo delle interfacce uomo-macchina sui velivoli. In quel contesto, aveva il vantaggio di avere a che fare con dei piloti addestrati, che oltre a comandare l’aereo sapevano anche offrire il proprio parere sul design e la progettazione dell’interfaccia.

Per la guida autonoma Sunda e i suoi collaboratori sono partiti dalle proprie esperienze di guida, anche se Sunda tiene subito a precisare che la sua esperienza personale al volante non dovrà necessariamente assomigliare a quella di un altro automobilista.

In ogni caso la sfida per Sunda e il suo team è reinventare il futuro della guida. Come lui stesso ha spiegato, con la progressiva introduzione di nuove funzionalità autonome, l’impatto sul modo in cui le persone interagiscono con le proprie vetture sarà rivoluzionario.

“Il cambiamento è già in atto”, afferma. “Stiamo modificando il rapporto tra automobilisti e veicoli, oltre che l’intera esperienza di guida.”

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