La VW E-Bugster ad Auto China 2012

Anteprima asiatica della E-Bugster – Una Beetle elettrica
Prototipo di Beetle con motore elettrico da 85 kW
Vettura a emissioni zero concepita come speedster a due posti

Fonte: Volkswagen Group Italia

Verona, Italia. 23 aprile 2012. In occasione dell’anteprima asiatica al Salone dell’Auto Cina 2012 a Pechino, la Volkswagen dimostra che la sportività della Beetle può essere abbinata anche alla trazione esclusivamente elettrica. Proprio per questo è stata sviluppata la E-Bugster, una Beetle speedster a due posti con 85 kW di potenza, che raggiunge in 10,8 secondi i 100 km/h, in totale assenza di emissioni, ma con un look davvero grintoso.

Blue-e-Motion per un futuro pulito

Il cuore elettrico della E-Bugster si trova nella parte anteriore e pesa solo 80 kg. L’energia che alimenta il motore elettrico viene accumulata in una batteria agli ioni di litio, i cui moduli sono disposti dietro i sedili anteriori con un notevole risparmio di spazio. La capacità della batteria, pari a 28,3 kWh, regala nel ciclo urbano un’autonomia di almeno 180 chilometri: anche in un Paese immenso come la Cina, una simile distanza risulta sufficiente per la maggior parte dei pendolari per recarsi al lavoro e fare ritorno a casa. Poiché la Volkswagen dispone di una funzione di carica rapida, presso apposite stazioni la batteria può essere “rifornita” nell’arco di 35 minuti. La batteria della E-Bugster può inoltre essere caricata in casa tramite una normale presa. La presa per la ricarica si trova sotto lo sportellino che normalmente cela il bocchettone per il rifornimento.

Grazie al nuovo sistema di caricamento combinato Combined Charging System, la E-Bugster si può caricare tramite un’unica interfaccia nei seguenti modi:
• ricarica con corrente alternata monofase
• ricarica veloce con corrente continua su colonnine elettriche (Quick charge)

Con ciò si sviluppa un nuovo e uniforme standard industriale per le spine delle auto elettriche future, a disposizione di tutte le Case automobilistiche. Questa omologazione va oltre la normale spina: il sistema prevede un’identica gestione e struttura elettrica per tutti i tipi di ricarica, con una conseguente riduzione dei costi, favorendo così la diffusione dell’elettromobilità a livello mondiale.

Caricare la batteria frenando

Il guidatore della E-Bugster può visualizzare quanta energia viene richiesta agendo sull’acceleratore grazie a un apposito indicatore di performance. Sono inoltre presenti un indicatore di autonomia e un display su cui viene visualizzato il livello di carica della batteria. Un altro strumento nuovo a bordo della Beetle è l’indicatore di recupero dell’energia, che visualizza “l’attività” del sistema di recupero dell’energia in frenata: non appena il guidatore solleva il piede dal pedale dell’acceleratore e/o effettua una frenata, l’energia cinetica viene convertita in corrente e accumulata temporaneamente tramite la batteria, aumentando così l’autonomia della E-Bugster. La Volkswagen ha scelto di chiamare il proprio sistema di trazione elettrica Blue-e-Motion.

Da concept a vettura di serie

Il nome Bugster si rifà a un’altra concept car della famiglia Beetle: la Ragster. Era il gennaio 2005. Il palcoscenico era quello di Detroit. La Volkswagen presentò una New Beetle in versione speedster con ragtop piatto (tetto ripiegabile): la Ragster, un’anticipazione del design della Beetle di domani (cioè quella attuale). Più larga, più bassa e più sportiva. Nel 2005, riguardo alla fattibilità della concept car, si diceva che tutto è ipotizzabile: nel 2012, invece, si dice che tutto è possibile. L’idea alla base della Ragster, appunto una vettura più larga, più sportiva e con linea del tetto più piatta, si è infatti concretizzata nell’ottobre 2011 con l’attuale Beetle, a eccezione del ragtop. Resta ancora un punto interrogativo sul nome: E-Bugster. La scelta si spiega facilmente: si tratta di una combinazione fra la “E” che identifica le auto elettriche, il soprannome statunitense della Beetle (“Bug”) e il termine “speedster”, che indica le due posti cabriolet.

Proporzioni da vettura sportiva

La E-Bugster è una Beetle che difficilmente potrebbe apparire più dinamica

Un’autentica sportiva, alta meno di 1.400 mm, ossia circa 90 mm in meno rispetto a una normale Beetle, caratteristica, questa, che già da sé trasmette grande forza, dando alla vettura proporzioni decisamente aggressive. La larghezza (1.838 mm) è aumentata di 30 mm, la lunghezza (4.278 mm) resta invece invariata. Da qualsiasi angolo la si osservi, la E-Bugster mostra un dinamismo davvero singolare: in quest’ottica, alcuni dettagli della versione di serie sono stati integrati da nuovi elementi di design. E se questa concept car è già su strada, la ragione è molto semplice: già durante lo sviluppo del modello di serie introdotto nell’ottobre del 2011, il team di designer della Beetle aveva studiato tutte le possibili evoluzioni future. Il che ha permesso, fra l’altro, la nascita di una speedster con motore elettrico: la E-Bugster.

Frontale e posteriore della Bugster. Sul frontale spicca immediatamente il parabrezza piatto e largo, il cui cristallo lateralmente si spinge oltre i montanti anteriori. La E-Bugster dotata di fari con tecnologia LED si differenzia dalla Beetle di serie anche per i paraurti personalizzati: a sinistra e a destra della presa d’aria centrale, i designer hanno integrato luci diurne realizzate con fasce di LED a forma di C (naturalmente speculari sul lato destro). Fin dalla presentazione in Europa della e-up! (prototipo) questa forma delle luci diurne è diventata una sorta di firma per le concept car a trazione elettrica Volkswagen. Questi elementi di design si ritrovano anche nel paraurti posteriore, anch’esso di nuova concezione, modificati come catadiottri. E a chi crede che i cristalli posteriori delle speedster debbano offrire una visibilità per forza non ottimale, il lunotto della E-Bugster, estremamente ampio, dimostra l’esatto contrario.

Profilo da speedster

Una vera speedster ha cristalli piatti e tetto basso. E la E-Bugster non fa eccezione. Esaminiamo dapprima le fiancate: sotto ai passaruota, tipicamente pronunciati, si trovano cerchi da 20″, derivati dai Twister da 18″ della Beetle, con pneumatici 235/35 R 20. E fra i parafanghi ritroviamo il tipico motivo a “V” della fiancata, uno dei segni distintivi storici della Beetle. Dal longherone, lo sguardo si alza poi sull’ampia, liscia e omogenea superficie della porta e sulla nervatura, come incisa da una lama, sopra la maniglia della porta stessa. È proprio pochi centimetri sopra questo punto che la Beetle si trasforma in speedster: i designer hanno infatti prolungato la linea cromata della cornice inferiore dei finestrini verso il posteriore facendo sì che si snodi, come già sulla New Beetle Cabriolet, da un montante anteriore all’altro. E sopra questa cornice cromata, in un profilo ad arco appiattito, si sviluppa l’hardtop della vettura. In classico stile speedster, il raggio del tetto segue la cornice superiore dei cristalli laterali. L’altezza tra il bordo inferiore cromato dei finestrini e la linea superiore del tetto è di soli 400 mm.

Abitacolo all’avanguardia

La combinazione di alta tecnologia e dinamica si riflette anche negli interni. Sedili sportivi e tunnel centrale in tinta con la carrozzeria sottolineano la sportività della E-Bugster.

L’utilizzo dell’alluminio come materiale per le maniglie apriporta e gli attacchi delle cinture di sicurezza, come pure il volante in materiale leggero, creano un forte legame tra esterni e interni. Di particolare effetto è il momento dell’accensione della E-Bugster: con il comando on/off non solo si “accende” la vettura, ma anche una coreografica illuminazione che invade l’abitacolo di luce bianca che diventa blu. La particolare atmosfera è esaltata da una sottile linea di luce di un millimetro che percorre i braccioli delle porte e le bocchette dell’aria.

 

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