Esseri umani e nuovi veicoli devono lavorare insieme

Nuovo studio statunitense conferma la teoria di IAM RoadSmart riguardo i benefici quando gli esseri umani lavorano insieme ai veicoli di nuove tecnologie.

Fonte: IAM RoadSmart

 

Londra, Gran Bretagna. 17 Agosto 2017. Il maggiore ente inglese dedicato ai problemi ed alla sicurezza stradali, IAM RoadSmart, ha detto in un rapporto che i veicoli a guida autonoma non saranno sufficientemente sicuri fino a che non saranno connessi con tutte le altre automobili in circolazione ed ora la stessa conclusione è stata tratta da un documento prodotto dagli esperti dell’Università del Michigan.

Fino ad allora, IAM RoadSmart crede nella mente umana. parlando con l’altro e prevedendo cosa sta succedendo all’orizzonte.

Neil Greig, Direttore di ingegneria e ricerca IAM RoadSmart, ha dichiarato:

“La situazione migliore è quella dove si può avere una migliore panoramica di quello che succede attorno quando i veicoli si parlano tra di loro, aggiungendo le conoscenze umane per individuare le possibilità di eventuali incidenti prima che accaddano”.

Il documento viene da Brandon Schottle presso l’Università del Michigan ed è stato chiamato fusione sensoriale: un confronto tra il rilevamento della capacità dei conducenti umani e dei veicoli altamente automatici (riferimento 1).

Mr Schottle ha detto nel suo rapporto:

“Macchine/computer ben si adattano a svolgere compiti come guidare, soprattutto per quanto riguarda il tempo di reazione (velocità), il controllo della potenza, la coerenza e l’elaborazione delle informazioni multicanale. Gli umani generalmente mantengono un vantaggio in termini di ragionamento, percezione e sensi quando guidano.”

Ha aggiunto: “Mentre non esiste nessun sensore che possa eguagliare completamente le capacità degli umani, qualcuno offre capacità che sono impossibili da raggiungere per gli umani”.

“Nel breve e medio termine il sistema di rilevamento AV [veicolo autonomo] è un sistema per la rilevazione di qualsiasi tipo di veicolo”

Mr Schottle ha sottolineato una serie di circostanze in cui entrambe le capacità umana e la percezione di un veicolo collegato possono essere compromesse – aumentando così la necessità di ciascuna delle parti di lavorare insieme, quali condizioni meteorologiche estreme, eccessiva sporcizia oppure ostacoli fisici, l’oscurità o la scarsa illuminazione, le ostruzioni fisiche di grandi dimensioni e il traffico denso.

Il rapporto indica anche dove il cervello umano è superiore al veicolo intelligente, segnalando che questo vantaggio è nelle aree della memoria, del ragionamento, dei sensi e della percezione.

Nel mese di marzo, IAM RoadSmart ha avvertito che le automobili con elevate livelli di autonomia potrebbero rendere i conducenti più pigri ed indurre a rilassarsi con i gadget – con implicazioni di grande portata per la potenziale riduzione delle persone uccise o gravemente ferite sulle strade. (Referenza 2)

Neil Greig ha affermato allora:

“Quando si tratta di auto senza conducente, i membri di IAM RoadSmart non vogliono dare il pieno controllo alla vettura. Le implicazioni della futura competenza e la formazione del conducente non ci soddisfano in quanto siamo più dipendenti dalla tecnologia e gli effetti sono tutt’altro che chiari “.

Il rapporto della Commissione Scienza e Tecnologia della Casa dei Lords in relazione ai veicoli connessi e autonomi: Il futuro? ha stilato questa visione, affermando:

“Le auto autonome possono avere implicazioni negative per i conducenti, rendendo i conducenti compiacenti e dipendenti dalla tecnologia. Questo è pericoloso in modo particolare in situazioni di emergenza, quando la reazione del conducente è lenta e non è in grado di riprendere subito il controllo del veicolo”.

IAM RoadSmart sta organizzando una conferenza in collaborazione con la Fondazione RAC, a Londra, il 4 ottobre 2017 su come gestire in modo sicuro la transizione alle vetture autonome.

Coloro che desiderano registrarsi per partecipare alla conferenza dovrebbero inviare una mail a info@driverahead.com

 

In English

Humans and new vehicles have to work together

New US study confirms IAM RoadSmart view of benefits of humans and new vehicles working together

Source: IAM RoadSmart

London, UK. 17th August 2017. The UK’s biggest independent road safety charity IAM RoadSmart maintains that we will not gain the full safety benefits of self-driving cars until every car on the road is connected to each other – a statement that has now been backed up by a white paper produced by experts at the University of Michigan.

Until then, IAM RoadSmart believes that the human mind holds the edge, until such point that connected cars actually ‘talk’ to each other and predict what is happening over the horizon.

Neil Greig, IAM RoadSmart director of policy and research, said:

“The ultimate win-win situation is a place where information from each vehicle is shared with the vehicles around it, add that to human experience born from a lifetime of ‘trial and error’ and you have the ideal double-act to spot crashes before they happen.”

The white paper comes from Brandon Schottle from the University of Michigan called Sensor Fusion: A Comparison of Sensing Capabilities of Human Drivers and Highly Automated Vehicles (reference 1).

Mr Schottle said in his report:

“Machines/computers are generally well suited to perform tasks like driving, especially in regard to reaction time (speed), power output and control, consistency, and multichannel information processing. Human drivers still generally maintain an advantage in terms of reasoning, perception, and sensing when driving. ”

He added: “While no single sensor completely equals human sensing capabilities, some offer capabilities not possible for a human driver.

“In the short to medium term AV [autonomous vehicle] sensing systems will still be critical for detection of any road user or roadway obstacle that is not detected and shared by connected vehicles which is where the human brain comes in.”

Mr Schottle pointed out a number of circumstances in which both human capabilty and a connected vehicle’s perception can be compromised – thus increasing the need for each party to work together – such as extreme weather, excessive dirt or physical obstructions, darkness or low illumination, large physical obstructions and dense traffic.

The report also pointed out where the human brain wins out over a vehicle’s ‘brain’; it said in the areas of memory, reasoning, sensing and perception, human involvement is both desirable and advantageous.

Back in March, IAM RoadSmart warned that cars with growing levels of autonomy could make motorists lazy and over reliant on gadgets – with far reaching implications for the potential reduction of people killed and seriously injured on the roads (reference 2).

Neil Greig said at the time:

“When it comes to driverless cars, IAM RoadSmart members are not keen to give up full control. The implications for future driver competence and training as we become more reliant on technology are still far from clear.”

The House of Lords Science and Technology Committee report  Connected and Autonomous Vehicles: The future? echoed this view, stating:

“Autonomous cars could have negative implications for drivers’ competence, making drivers complacent and overly reliant on technology. This is of particular concern in emergency situations, where a driver may react slowly to taking back control of a vehicle.”

IAM RoadSmart is organising a conference in co-operation with the RAC Foundation in London on 4 October 2017 on how to safely manage the transition to autonomous cars. Individuals wishing to register their interest in attending the conference should email info@driverahead.com

 

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