La Cina costruirà un impianto solare gigante in orbita

Per l’Accademia delle Scienze, quando riusciremo a produrre energia solare nello spazio risolveremo anche il problema dell’inquinamento.

Fonte: Zeus News

 

16 Aprile 2015. La situazione dell’inquinamento causato dallo smog nelle grandi città cinesi è un problema di vaste proporzioni e ben noto.

Per affrontarlo e risolverlo alla radice la Cina sogna un futuro in cui la produzione di energia elettrica è spostata nello spazio, eliminando per esempio le inquinanti centrali a carbone terrestri e sostituendole con centrali solari orbitanti.

Lo spazio sarebbe il luogo ideale per l’installazione di pannelli fotovoltaici, che potrebbero funzionare praticamente in maniera continua, non dovendo sottostare al ciclo giorno/notte.

Producendo energia abbondante in questo modo e inviandola a terra tramite laser o microonde si potrebbe anche fare a meno delle auto che usano combustibili fossili, altra importante fonte di inquinamento, sostituendole con le auto elettriche.

L’idea è al vaglio dell’Accademia delle Scienze ed è sostenuta dal novantatreenne Wang Xiji, che si occupa di ricerca spaziale da oltre 50 anni.

«Una centrale elettrica spaziale conveniente dal punto di vista economico dovrebbe essere veramente enorme» – spiega Wang – «con un’estensione totale di pannelli solari pari a 5 o 6 chilometri quadrati». Qualcosa come due volte il Central Park di New York o, per restare in Cina, 12 piazze Tienanmen. «Forse la gente sulla Terra potrà vederla di notte, come una stella» ipotizza lo scienziato.

L’idea di una centrale solare nello spazio non è un’esclusiva cinese: ci stanno infatti pensando sia gli USA, con progetti della Nasa e del Navy Research Laboratory, che il Giappone, impegnati a trovare un’alternativa all’inevitabile esaurimento dei combustibili fossili.

«Chiunque ottenga questa tecnologia per primo occuperà il mercato energetico del futuro» commenta Wang.

I problemi però non sono pochi. È sempre Wang Xiji a ricordare come il primo problema sia costituito dal lancio dei materiali nello spazio: bisognerà costruire pannelli solari leggeri – «meno di 200 grammi per metro quadrati» – ma, data la loro quantità, servirà comunque un veicolo spaziale in grado di trasportare carichi pesanti senza far spendere una fortuna.

Wang ipotizza che una centrale solare spaziale arrivi a pesare oltre 10.000 tonnellate; il guaio è che a oggi sono pochi i razzi che riescono a portare carichi di oltre 100 tonnellate nell’orbita bassa.

C’è poi il problema dell’efficienza della trasmissione senza fili dell’energia, che deve arrivare almeno al 50% perché l’intero sistema sia conveniente.

Tuttavia, il futuro che questa tecnologia dipinge invoglia gli scienziati a continuare il proprio lavoro.

«Quando l’energia solare spaziale diventerà la nostra fonte di energia principale, non ci dovremo più preoccupare dello smog o dell’effetto serra» spiega Wang, che conclude immaginando: «Lo sviluppo della tecnologia di trasmissione senza fili dell’energia sarà un grande passo in avanti. Quando tale tecnologia sarà applicata, non ci sarà più bisogno di cavi in nessuna parte del mondo. Immaginate che mondo sarà».

 

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