Fotovoltaico: il costo dei dazi europei

I dazi europei costano 242 mila posti di lavoro

di seguito riportiamo il comunicato stampa dell’Alleanza per un’Energia Solare Accessibile (AFASE) sullo studio dell’istituto economico Prognos.

Lo studio mostra l’impatto che dazi anti-dumping e/o anti sussidi sulle importazioni di prodotti cinesi per l’energia solare avrebbero sull’occupazione e sul valore aggiunto nell’UE.

I dazi punitivi costerebbero all’UE fino a 242.000 posti di lavoro

Fonte: AFASE

Bruxelles, Belgio. 19 febbraio 2013. Dazi anti-dumping e/o compensativi di qualsiasi livello sulle importazioni di prodotti per l’energia solare cinesi porterebbero a un calo nella domanda, che si tradurrebbe immediatamente in una perdita molto rilevante di posti di lavoro e in una diminuzione del valore aggiunto lungo tutta la filiera europea del fotovoltaico. È questo il risultato di uno studio dell’istituto economico indipendente Prognos.

Prognos mostra l’impatto molto significativo che delle misure punitive avrebbero sull’occupazione e sul valore aggiunto nell’UE dal 2013 al 2015, sulla base di tre scenari: dazi al: 20%, 35% e 60%.

Un dazio punitivo del 20% costerebbe 115.600 posti di lavoro nell’Unione europea durante il primo anno, di cui 18.200 in Italia. Al terzo anno di applicazione il totale di posti di lavoro perduti nell’Unione europea sarebbe di 175.500. Con un dazio del 20% la perdita di valore aggiunto sarebbe di 4,74 miliardi di euro nel primo anno e di 18,4 miliardi complessivi al terzo anno.

Un dazio punitivo del 60% potrebbe costare sino a 193.700 posti di lavoro in tutta l’UE durante il primo anno, dei quali 22,600 sarebbero persi in Italia. La perdita ammonterebbe fino a 242.000 nel terzo anno in tutta l’Unione Europea. La perdita totale di valore aggiunto sarebbe pari a € 7,86 miliardi euro durante il primo anno dopo l’implementazione. In totale, nel corso di tre anni, sarebbero messi a rischio 27,20 miliardi di euro di valore aggiunto.

“Il potenziale impatto positivo dei dazi per i produttori europei di prodotti per l’energia solare è niente di fronte all’impatto negativo sull’occupazione nell’UE. A causa dell’imposizione di dazi, la produzione di prodotti solari nell’Unione Europea cresce e si creano un po’ di posti di lavoro. In ogni caso, i posti di lavoro creati dai produttori dell’industria solare europea rappresentano, nella migliore delle ipotesi, solo il 20% dei posti di lavoro perduti lungo la catena del valore del fotovoltaico”, afferma Thorsten Preugschas, CEO dell’azienda tedesca di gestione di progetto Soventix, un portavoce di AFASE.

I dazi porterebbero ad una notevole diminuzione della domanda di prodotti per l’energia solare che si tradurrebbe, da un lato, in una minore domanda d’impianti solari e servizi, dall’altro, in una diminuzione nella fornitura dall’Europa alla Cina di prodotti intermedi (o semilavorati), quali materie prime e attrezzature di produzione.

Lo studio è stato presentato da Prognos nel corso di un’audizione organizzata dall’Alleanza per un’energia solare accessibile, AFASE, tenutasi ieri a Bruxelles presso la Commissione Europea.

Impatto generale sull’occupazione e sul valore aggiunto, compresi gli effetti sul lato dell’offerta:

Perdite di posti di lavoro Perdite di valore aggiunto nell’UE

                                         1° anno                                 3° anno                                   1° anno                  Oltre 3 anni
Dazi al 20% – 115.600 posti di lavoro – 175.500 posti di lavoro € 4,740 miliardi  € 18,4 miliardi
Dazi al 35% – 199.700 posti di lavoro – 244.100 posti di lavoro € 8,170 miliardi  € 27,8 miliardi
Dazi al 60% – 193.700 posti di lavoro – 242.000 posti di lavoro € 7,860 miliardi € 27,2 miliardi

Prognos ha anche calcolato le perdite di impiego e di valore complessivo paese per paese per Germania, Italia, Francia, Spagna e Gran Bretagna.

Chi è AFASE:

L’Alleanza per l’energia solare sostenibile (AFASE – Alliance for Affordable Solar Energy) è una coalizione di oltre 180 aziende del settore fotovoltaico europeo, che rappresentano più di 27.000 posti di lavoro dell’UE, e che utilizza l’advocacy collettiva e la comunicazione per rispondere ai rischi del protezionismo e promuove i benefici del mercato libero per i prodotti dell’energia solare. AFASE ha intrapreso il processo per essere riconosciuta come associazione registrata (eingetragener Verein), secondo il diritto tedesco.

AFASE cerca di informare i decisori politici, l’industria e i cittadini su:
– L’interconnessione globale della catena di produzione e distribuzione del fotovoltaico
– i posti di lavoro in Europa e i benefici derivanti dall’energia solare
– l’importanza della riduzione dei costi dell’energia fotovoltaica per il raggiungimento dei target europei relativi al clima e alle energie rinnovabili
– gli impatti negativi del protezionismo sull’occupazione

 

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